Dr Giampaolo Falasca

Psicoterapia cognitivo-comportamentale pratica, concreta, collaborativa

Nei casi che mi si presentano quotidianamente, nella mia pratica clinica, a volte può risultare difficile dare un consiglio, altre volte può essere complicato comprendere la complessità delle vicende esposte, mentre molte altre volte ancora, la difficoltà consiste nel poter identificare la strada migliore da percorrere insieme, anche se, quasi sempre, si riconosce nella storia del paziente il meccanismo che conduce alla sofferenza, in quanto, sempre, ogni storia è importante, perché rappresenta un cammino di speranza, una conquista, una sfida, certamente difficile da realizzare.

Chiunque può trovarsi in difficoltà ed avere bisogno di appoggiarsi a qualcuno per superare un periodo difficile, per capire che cosa gli stia succedendo, per uscire dalla “selva oscura” in cui è capitato e in cui si aggira cercando una strada, o una guida che lo riporti a “riveder le stelle”…

Ci può essere un momento nella vita in cui sentiamo il bisogno di un sostegno, e questo bisogno nasce dalla necessità di riacquistare la capacità di un controllo nei confronti degli eventi che viviamo.

Perdere la strada, vivere un periodo difficile, avere dei problemi le cui radici si sono smarrite nel tempo, rientra nella normalità, rappresenta una condizione dello stare al mondo.

Può capitare a tutti – psicologi e psichiatri compresi – di doversi confrontare con una vicenda esistenziale fortemente ansiogena (che crea ansia) oppure sottilmente distruttiva, o con un qualche trauma che, non riuscendo a “passare”, chiude gli orizzonti a colui che l’ha subito e insterilisce la sua vita o svia la sua volontà e ogni suo sforzo.

Trovare una figura di appoggio, oppure un metodo, in questi casi, può essere essenziale per uscire dall’apatia o da uno sterile travaglio.

L’efficacia della psicoterapia cognitivo – comportamentale verso depressione, attacchi di panico, disturbi sessuali e alimentari

Una delle metodologie più note ed in uso, ad esempio, è la psicoterapia cognitivo-comportamentale, perché è “scientificamente fondata”, in quanto è stato dimostrato, attraverso studi controllati, che i metodi cognitivo-comportamentali costituiscono una terapia efficace per numerosi problemi di tipo clinico.

Infatti è stato dimostrato quanto questa terapia possa essere efficace almeno quanto gli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia e assai di più nel prevenirne le ricadute.

Nessuna singola teoria e pratica psicoterapeutica può essere generalizzata ad ogni paziente in qualsiasi circostanza.

Le teorie e le pratiche psicoterapeutiche non sono equivalenti e una può essere più utile di un’altra a seconda della persona, del problema, della situazione, proprio perché la natura delle persone e dei loro problemi è complessa ed è il terapeuta che deve essere in grado di valutare con attenzione quali sono le procedure terapeutiche più adeguate per la persona e per il suo problema.

Psicologo e paziente lavorano insieme per superare i problemi

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, oltre ad essere scientificamente fondata, è “orientata allo scopo” rispetto ad altri trattamenti, infatti il terapeuta cognitivo-comportamentale lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze, preoccupandosi, poi, di verificare, periodicamente, i progressi, in modo da controllare se gli obiettivi vengono raggiunti.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, poi, è “pratica e concreta”, nel senso che si basa sulla risoluzione concreta dei problemi quali la depressione, gli attacchi di panico, l’agorafobia, i rituali compulsivi, i disturbi alimentari e disturbi sessuali.

E’ centrata sul “qui e ora”, in quanto suggerisce valide strategie che possano essere utili alla risoluzione del problema ed è “attiva” , nel senso che paziente e terapeuta giocano un ruolo attivo nella terapia, mentre il terapeuta insegna le strategie, il paziente le mette in atto, al di fuori della seduta, per poi discuterne l’esito con il terapeuta.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, inoltre, è anche “collaborativa”, in quanto paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il paziente verso la risoluzione dei problemi, infatti questa è una terapia breve, nella quale la collaborazione paziente-terapeuta è determinante.

Infine, la psicoterapia cognitivo-comportamentale , è “a breve termine”, in quanto, la soluzione al problema “deve” obbligatoriamente essere raggiunta entro i termini concordati durante i primi incontri e, qualora questo non fosse possibile, il terapeuta è pronto a riconoscere come inadatto il proprio metodo, non dando luogo all’inizio della terapia.

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