Che differenza c’è tra depressione, ansia o attacchi di panico?
Nella mia esperienza di psicologo ho osservato che molto spesso viene confuso il significato esatto del termine depressione con quello di ansia o attacchi di panico
Questo è dovuto, essenzialmente, alla sensazione per cui l’umore depresso che viene denunciato da chi soffre di GAD, ovvero Disturbo d’Ansia Generalizzata, piuttosto che di DAP, ovvero Disturbo da Attacchi di Panico, è, in realtà, disforia. Ovvero?
Differenza tra depressione e disforia
La disforia è un senso di negazione nei confronti della vita. Questa sensazione viene innescata da un senso di frustrazione che si sviluppa nel momento in cui si osserva che la sintomatologia temuta, della quale si soffre senza conoscerne l’origine, potrebbe manifestarsi in qualsiasi momento. In ogni luogo e con qualsiasi persona.
La depressione è uno stato d’animo completamente diverso dalla disforia, caratterizzato da ipoattività, ovvero nessuna reazione a qualsiasi stimolo.
La disforia è una sensazione bruttissima. È il senso della sconfitta, del non riuscire a reagire, del non superare gli ostacoli che solo poco tempo prima erano perfettamente superabili senza problema. Ma, per quanto questa condizione sia tanto spiacevole quanto insopportabile, la depressione è uno stato d’animo completamente diverso, caratterizzato da ipoattività, ovvero nessuna reazione a qualsiasi stimolo.
Differenza tra depressione e ansia
Tutto ciò è spiegabile perché la depressione viene spesso confusa con i sintomi dell’ansia, cioè la GAD, ovvero il Disturbo d’Ansia Generalizzata che, è vero, sì, comprende, fra i suoi vari sintomi, la disforia, ovvero una forma di umore triste ma che, comunque, non è per nulla assimilabile al concetto corretto di depressione.
La depressione è un disturbo del tono dell’umore. Chi ne soffre mostra mancanza di flessibilità di adattamento e l’umore è sintonizzato su una condizione di tristezza, apatia, disinteresse verso tutto, solitudine, intesa nel senso di avere la percezione di essere soli senza essere mancanti della compagnia di persone attorno a sé.
Curare un depresso è un percorso complesso, difficoltoso e molto articolato, perché non esiste uno schema scientificamente provato che sia garanzia di un risultato.
Sono molte le persone che si sono rivolte a me, dichiarando di soffrire di depressione. Ma quasi sempre questa diagnosi non è poi stata confermata dagli approfondimenti diagnostici corretti. Ovvero il colloquio psicologico clinico, l’esame psicodiagnostico individuale e la valutazione neuropsicologica con profilo psicofisiologico.
Da leggere: primo episodio di depressione, cosa fare?
Differenza tra ansia e attacchi di panico
La distinzione fra la GAD, Disturbo d’Ansia Generalizzata e il DAP, Disturbo da Attacchi di Panico è sottile. Si tratta di disturbi di un’emotività incontrollata che non sono molto diversi fra loro tranne che per l’intensità della sintomatologia.
I sintomi, per entrambe i casi sono: nodo alla gola, senso di soffocamento, oppressione al torace. Con l’unica differenza che chi soffre di DAP, Disturbo da Attacchi di Panico, teme un attacco cardiaco e si precipita al pronto soccorso.
Chi soffre di depressione, i sintomi dominanti sono sensi di colpa, voglia di nascondersi o morire, tristezza, solitudine, apatia, insonnia con agitazione, perdita di peso, scarso appetito , perdita della libido, non a caso è stata ritenuta dall’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) uno dei disturbi psichici più invalidanti.
Strumenti per contrastare la depressione
La Terapia Cognitivo-Comportamentale è uno dei modelli per la comprensione e il trattamento della depressione, anche se è difficile spiegare che tipo di intervento si può programmare, in quanto la classificazione del tipo di depressione – post partum, ansiosa, maggiore o reattiva – insieme con la classificazione dello stadio della malattia sono determinanti ai fini della realizzazione di un programma terapeutico.
Tuttavia posso precisare che, in questi casi, la mia azione è sempre combinata e cioè, essenzialmente, doppia: cura dei sintomi + programma terapeutico.
Cerco di intervenire, quasi sempre, prima sulla riduzione di quei sintomi che sono il principale motivo di malessere maggiormente percepito e quindi sull’insonnia, sull’inappetenza e sull’agitazione nel senso di tensione muscolare.
Perché agisco prima sui sintomi del malessere? È impossibile agire attraverso esercizi per l’aumento della concentrazione, intanto che l’eccitazione nervosa è eccessiva e non viene riportata all’interno di una condizione di assenza di tensione.
L’unico modo per risolvere questa condizione di tensione è quello di usare gli esercizi per il rilassamento e per la distensione muscolare (quali ad esempio, la bioenergetica, la sofrologia di caycedo e la tecnica di Alexander). Vuoi maggiori informazioni?