Disturbi alimentari
Grazie alla terapia cognitivo-comportamentale possiamo risolvere i problemi dell’alimentazione come l’anoressia o la bulimia nervosa, ma non solo.
Salute del corpo e della mente
Cosa sono i disturbi alimentari?
I disturbi dell’alimentazione sono delle condizioni psicologiche legate alla sfera del comportamento che incidono sulle scelte alimentari. Le quali possono avere anche delle ricadute importanti sulla salute del paziente. Ci sono diversi tipi di disturbi dell’alimentazione.
Ad esempio, tra le forme comuni abbiamo anoressia e bulimia nervosa, ortoressia (ovvero selezione di determinati alimenti considerati sani), disturbo da alimentazione selettiva o notturna. Vale a dire Night Eating Syndrome (NES), la tendenza ad abbuffarsi di notte.
In ogni caso esistono dei criteri che permettono di riconoscere queste problematiche e, ovviamente, di affrontarle in modo da ritrovare il giusto equilibrio con la propria persona. Nello specifico, la CBT-E è la terapia ideale per il trattamento di bulimia nervosa, binge eating disorder (BED), obesità, anoressia nervosa, night eating syndrome.
Una delle caratteristiche fondamentali dei disturbi alimentari: la difficoltà a individuare determinati comportamenti e configurati come tali. In realtà è diffusa la condizione secondo la quale soggetti che attuano un regime dietetico porta all’estremo le conseguenze cadendo nell’anoressia per poi passare alla bulimia. In ogni caso possiamo parlare di anoressia e bulimia nervosa più tutte le forme di disturbo da alimentazione incontrollata (DAI).
Con questa sigla indichiamo i disturbi non altrimenti specificati, vale a dire quelle condizioni in cui ci sono i tratti di anoressia e bulimia sotto-soglia, quindi i tratti non sono ancora ben definiti. Nella categoria dei disturbi dell’alimentazione non specificati (DANS) ritroviamo la già citata ortoressia, la bigoressia e l’iperfagia ma la lista potrebbe continuare.
Chiaramente, ogni condizione dei vari disturbi alimentari NAS ha le sue caratteristiche specifiche. I sintomi fondamentali delle due condizioni principali hanno dei sintomi ben chiari. Nel caso dell’anoressia si registra nei soggetti una costante paura di ingrassare.
Da qui inizia una restrizione alimentare con relativa perdita di peso dovuta anche alla continua attività aerobica che viene svolta in modo ossessivo, anche di notte e di nascosto.
I sintomi della bulimia nervosa includono anche delle costanti abbuffate che vengono idealmente punite con metodi ben noti: vomito indotto, lassativi, attività fisica estrema. In molti casi, queste condizioni possono includere anche depressione e ansia.
Le cause dei disturbi alimentari possono essere legate a episodi del passato, come ad esempio violenze subite, ma anche a fattori ambientali come l’idealizzazione di un determinato modello da seguire. Altre cause dei disturbi alimentari possono essere:
- Storia familiare con persone che soffrono degli stessi disturbi.
- Condizioni di eccessive critiche verso il proprio fisico.
- Eccessivo stress in contesti lavorativi, scuola e università.
- Tratti della personalità con disturbi ossessivi, stati di ansia.
Il quadro delle possibili cause può trovare nuove sfumature. Come quella, ad esempio, di una possibile morte di una persona cara, relazioni complesse all’interno della famiglia o con gli amici, ambienti in cui l’estetica e la performance sportiva è importante.
Le diagnosi dei disturbi alimentari sono frutto di analisi approfondite del quadro psicofisico, ma spesso si possono riscontrare dei tratti tipici in alcune domande ben precise.
Lo stesso Istituto Superiore di Sanità suggerisce alcuni spunti. Ad esempio, la perdita di controllo della quantità di cibo ingerita o un dimagrimento eccessivo in poco tempo possono essere dei campanelli d’allarme. Idem per la tendenza a saltare i pasti. Anche se queste condizioni devono essere inserite in un quadro specifico per arrivare a una diagnosi.
Il problema principale in questi casi è quello di sottovalutare l’entità del problema. In realtà questi disturbi si devono affrontare in modo serio e con strumenti professionali come la terapia cognitivo-comportamentale migliorata (CBT-E), tecnica che ci consente di intervenire su ciò che una persona pensa in determinate situazioni. Quali sono le caratteristiche della CBT-E? Questa terapia analizza i processi cognitivi e i comportamenti implicati nei disturbi dell’alimentazione. I processi cognitivi giocano un ruolo nel problema e devono essere affrontati per superare il problema. Chiaramente in questi casi c’è sinergia.
Si coinvolgono altre figure professionali come il nutrizionista che aiuta a seguire delle diete equilibrate, personal trainer per recuperare il giusto equilibrio con il proprio fisico.
Il processo si divide in fasi, nella prima si definiscono le condizioni di partenza poi si affrontano i problemi, si sedimentano i risultati e si lavora infine per analizzare i passi fatti.
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