Blocchi emotivi, ansie, dolori: come eliminarli con l’antiginnastica
Thérèse Bertherat nata a Lione nel 1931, è la chinesiterapeuta che ha dato origine all’Antiginnastica intorno al 1970 grazie all’incontro con Françoise Mezières le cui scoperte hanno rivoluzionato tutte le teorie classiche in materia di meccanismi corporei e tutte le pratiche di ginnastica medica e rieducativa.
Thèrèse Bertherat, allieva del fisioterapista Mézières, prendendo le mosse da un suo saggio pubblicato nel 1949 nel quale riferiva osservazioni e conclusioni che erano in netto contrasto con la visione medica dominante dell’epoca, elaborò il metodo dell’antiginnastica, che ebbe un notevole successo fra tutti gli educatori corporei.
Una tecnica che risveglia tutte le zone dimenticate e remote del nostro corpo
L’Antiginnastica ha ripreso e integrato il Metodo Mezières e rappresenta uno strumento potentissimo che consente di
- uscire da modelli di movimenti e di gesti stereotipati.
- eliminare la stanchezza fisica e mentale
- dare respiro e vitalità a tutti i muscoli
- permettere a tutto l’organismo di “funzionare” in modo autonomo ed equilibrato.
L’Antiginnastica è ormai diventata una pratica autonoma che non si limita ad un approccio meccanico volto soltanto ad osservare le reazioni e le implicazioni muscolari, ma va ad indagare anche gli aspetti emotivi e le correlazioni psichiche in una prospettiva globale e unitaria di corpo e mente.
Attraverso movimenti piccolissimi ma estremamente precisi che rispettano la fisiologia e la chinesiologia muscolare e che risvegliano tutte le zone dimenticate e remote del corpo liberandole dalla rigidità senza mai forzare sull’ampiezza articolare, l’Antiginnastica è una tecnica che permette di ritrovare la mobilità e la vitalità dei muscoli che gli eventi della vita hanno portato a contrarre, ad accorciare, ad atrofizzare
Questa tecnica in buona sostanza, far lavorare per sé e non contro sé stessi i propri muscoli rappresenta la chiave di tale approccio.
Conoscersi meglio grazie all’antiginnastica liberandosi da blocchi e rigidità
Thérèse Bertherat, con questa tecnica, porta ciascuna persona a conoscersi, a guardarsi a fondo e a cercare, attraverso le sensazioni, le ragioni del proprio corpo, in quanto le abitudini e un certo conformismo, dettati anche da modelli estetici e culturali, portano a vivere una separazione fra sé ed il proprio corpo e a strutturare sistemi di movimento spesso rigidi e poco armonici che col tempo provocano squilibri, blocchi fisici e ripercussioni anche a livello psicosomatico.
Tutti i muscoli, quando sono bloccati e rigidi, denunciano una sofferenza fisica e trattengono una sofferenza emotiva.
Dal punto di vista puramente funzionale, si è visto che i muscoli che avvolgono il corpo se sono contratti e rigidi, impediscono una buona respirazione, bloccano le articolazioni e, di conseguenza, frenano ogni gesto e ogni movimento procurando un maggior dispendio di energia ed una maggior tensione emotiva, visto che, come è stato dimostrato, le contratture muscolari trattengono le emozioni.
Troppo spesso ormai ci siamo purtroppo abituati a considerare ogni parte del nostro corpo come spezzettata e separata dalle altre, così come altre volte, ci capita di avere una ridotta capacità di percepirci e di sentire il nostro corpo, senza pensare che invece, come dimostra la chinesiologia, ogni elemento è in rapporto di dipendenza con l’altro, in una prospettiva globale della persona.
Il fatto di avere una limitata capacità di sentire una parte del nostro corpo porta ad un uso non corretto dei muscoli, con il risultato dello sforzo esasperato.
Da qui nasce l’idea di Thérèse Bertherat, ovvero che per intervenire su questi eccessi di tensione e di rigidità muscolare, principale causa di dolori, scompensi muscolari, deviazioni della colonna vertebrale, disturbi, ansie e blocchi emotivi è necessario un lavoro lento e capillare che, in modo non traumatico, può trasformare il trattenimento della sofferenza emotiva, in contenimento di questa sofferenza.
Proprio questa è la base dell’Antiginnastica, ovvero l’eliminazione del dolore fisico, quasi sempre spia di un’emozione bloccata ed anestetizzata.