Come riconoscere gli attacchi di panico
Per diagnosticare e curare un disturbo da attacchi di panico è necessario che si siano verificati almeno tre episodi in altrettante settimane. E che questi attacchi si manifestino con definiti periodi di apprensione e/o paura. Perlomeno quattro dei sintomi degli attacchi di panico si siano verificati durante ciascun attacco.
Di cosa stiamo parlando esattamente? Per riconoscere gli attacchi di panico dobbiamo prima avere un quadro chiaro delle esternazioni, dei segnali che si presentano sul nostro corpo. Ecco la lista che non bisogna mai dimenticare.
Come capire se ho un attacco di panico?
Il nostro obiettivo è curare gli attacchi di panico. Per farlo dobbiamo conoscere i modi in cui si rendono visibili e tangibili nel momento in cui si presenta una crisi.
- Dispnea, fame o bisogno d’aria.
- Palpitazioni.
- Sudorazione.
- Improvvise sensazioni di caldo e freddo.
- Paura di morire.
- Paura di impazzire o di fare qualcosa di incontrollato.
- Dolore o malessere al torace.
- Sbandamento.
- Vertigini.
- Sentimenti di irrealtà.
- Tremori fini o grandi scosse.
- Parestesie (formicolii alle mani e ai piedi).
- Sensazione di svenimento.
- Sensazione di affogare o di essere soffocato.
Così come si può chiaramente dedurre da questo semplice elenco di sintomi, peraltro perfettamente corretto e reale, l’ansioso è sempre anche un po’ depresso.
I sintomi fisici degli attacchi di panico
Il depresso è anche insonne e agitato, così come chi soffre di attacchi di panico è spesso disforico e quindi poco entusiasta della sua vita. Condizione che sta alla base dell’insorgenza delle più complesse somatizzazioni, fra le quali sono comprese:
- Cefalea muscolo-censiva.
- Disturbi sessuali.
- Tachicardia.
- Dispnea (fame d’aria).
Questi sono anche i sintomi dell’ansia. Vi sono disturbi originati da condizioni che si potrebbero definire psico-somatiche e ce ne sono anche altri, forse non altrettanto noti, che potrebbero essere originati da condizioni soma-somatiche. Ovvero?
Passano dal corpo al corpo, senza necessariamente coinvolgere l’intervento della psiche e che quindi potremmo definire come disturbi di origine nervosa.
Come ti senti dopo un attacco di panico
Il nostro comportamento è un’azione generale a una stimolazione particolare. Se esaminiamo la nostra reazione a un rumore inatteso, a un fulmine o ad agenti tossici nel sangue, ad un primo esame la nostra reazione sembrerebbe essere normale.
Si osserva che vi sono due categorie che raccolgono le diverse reazioni alle aggressioni, ovvero quelle muscolari e quelle del sistema neurovegetativo.
Le reazioni muscolari possono essere di tensione, di preparazione all’azione, predisposizione all’attacco o alla fuga, oppure, ad un grado superiore, di inibizione dell’azione, con tremito alle gambe e ipotonia. Può succedere che determinati gruppi muscolari, o tutta la persona, siano in perenne stato di allarme.
Magari anche durante il sonno. Queste persone sono tese, perché hanno le mascelle serrate, la testa incassata nelle spalle, la schiena ristretta, gli avambracci leggermente piegati e le mani strette a pugno. La pelle risulta sempre fredda e sudata. Ogni volta che, si migliora la distensione di queste regioni (gruppi muscolari), sedi privilegiati delle tensioni, ne conseguono modifiche della vita affettiva.
Non ci sono cambiamenti in qualcuno di questi campi che non abbia ripercussioni manifeste. Ogni squilibrio comporta reazioni a catena.
E questa si potrà spezzare soltanto attraverso l’acquisizione di un modo di comprensione del proprio funzionamento comportamentale: è importante riuscire a scoprire, attraverso l’osservazione, come avvengono i nostri meccanismi più intimi. Ovvero poter sapere sempre cosa succede dentro di noi in ogni momento.