Sì, gli attacchi di panico si possono curare. Ecco come
Te lo chiedi con forza : posso risolvere gli attacchi di panico ed evitare questo senso di sofferenza in cui il cuore batte all’impazzata, tremo, fremo dalla paura, ho la nausea e sono fradicio di un sudore freddo come accade durante un attacco cardiaco?
Per quanto possa suonare sorprendente, ciò che ho descritto è un attacco di panico o, secondo la definizione clinicamente corretta, un D.A.P. Ovvero disturbo da attacchi di panico. Ma come si cura? Si può anticipare e prevenire questa condizione?
Cosa sono gli attacchi di panico
Gli attacchi di panico sono brevi ed imprevedibili momenti di intensa paura associata ad una vasta gamma di spaventosi sintomi fisici, che si verificano all’improvviso.
Dispnea (fame d’aria), senso di soffocamento, oppressione al torace, capogiro, sudorazione molto fredda, sensazione di stare per svenire, cadere o morire, attacco di cuore. Queste sensazioni negative sono i sintomi degli attacchi di panico. E spingono le persone a convincersi che stanno impazzendo, o per andare all’altro mondo.
Come si cura un attacco di panico
Questi pensieri spaventosi sono disagi sensoriali, corrispondono alla diagnosi di Disturbo da Attacchi di Panico. Ovvero una patologia facilmente contrastabile e superabile. Spesso risponde molto bene a una specifica terapia psicologica.
Riconoscere gli attacchi di panico
Il rimedio immediato contro l’attacco di panico: avere coscienza di cosa si sta affrontando. Molte vittime di attacchi di panico si precipitano al pronto soccorso convinti di avere un attacco di cuore. Oppure un colpo apoplettico. In realtà è diverso.
I pazienti che affrontano gli attacchi di panico si aggrappano all’erronea convinzione di essere, davvero, vittime di una malattia fisica. Ovviamente non diagnosticata. Con il tempo è possibile evitare gli attacchi di panico ma prima bisogna prenderne coscienza e capire come risolvere i punti critici che portano alla sofferenza.
Non ignorare gli attacchi di panico
Se non curati, gli attacchi di panico spesso peggiorano e possono condurre a una patologia più grave. Come, ad esempio, l’agorafobia. Ovvero la paura degli spazi aperti, una forma d’ansia emotivamente invalidante che dà origine a un crescendo di evitamento ed isolamento. Pensare che gli attacchi di panico possono essere curati da soli o che scompariranno in autonomia è un errore: c’è bisogno di una terapia mirata.
Superarli con metodi scientifici
Numerose ricerche hanno dimostrato che gli attacchi di panico possono essere curati rapidamente con delle metodologie mirate. Nello specifico, una delle soluzioni più interessanti è la terapia cognitivo-comportamentale. Come si procede?
In primo luogo si porta a pensare che i sintomi fisici che proviamo durante l’attacco di panico sono una conseguenza dell’ansia. Quindi sono pericolosi, nulla accadrà.
Poi si suggeriscono degli esercizi per simulare le condizioni del panico per dimostrare che si può convivere con queste condizioni anche aumentando i livelli d’ansia in modo da sperimentare il proprio grado di sopportazione delle condizioni complesse.
Ci possono essere attacchi di panico quando si mangia o mentre si fa sport. Possiamo essere vittima degli attacchi di panico a letto. Ma il punto di partenza è lo stesso: per eliminare il panico bisogna lavorare sulle cause e sulle condizioni che possiamo riprodurre per dimostrare la non pericolosità degli stati di ansia.
Per approfondire: differenza tra ansia, panico, depressione
Cosa succede se non si interviene?
Se questa sofferenza continua, senza che gli attacchi siano regrediti attraverso la terapia, si tende a generalizzare. Ci convinciamo che questi attacchi si verificano in determinate circostanze. Pensando che è meglio essere vicini a qualche centro dove poter essere soccorsi. Valuta l’agoraobia: il soggetto pensa che, trovandosi in un ampio spazio aperto e senza nessuno, sarebbe impossibile essere raggiunto.
Il passo successivo è l’isolamento dato che non è possibile riuscire sempre a posizionarsi nei pressi della porta di uscita, vicino a fonti di ossigeno, come ad esempio le finestre, in prossimità di centri dove i soccorsi non tarderebbero.
Ecco che il soggetto, pian piano, lentamente sceglie di isolarsi. Vuoi evitare questo? Meglio risolvere queste condizioni così difficili da affrontare nella vita quotidiana.