Psicoterapia: la guarigione è qualcosa che viene dall’interno
Rebecca, una bambina di sette anni fu portata nello studio di Erickson completamente avvolta da una coperta, in quanto ormai da diverse settimane non riusciva più ad uscire di casa.
Il solo pensiero di uscire di casa era talmente doloroso per lei da provocare violenti sintomi quali vomito, diarrea, incontinenza, tachicardia, svenimenti, tutti sintomi chiaramente legati, come spiega, appunto Erickson ad attacchi d’ansia.
La storia di Rebecca, ovvero l’accaduto che aveva probabilmente originato questi attacchi d’ansia, era stato l’incontro con un cane pastore tedesco che l’aveva spaventata moltissimo, in quanto, al ritorno da scuola, l’aveva morsicata in diverse occasioni e il proprietario, anziché scusarsene, l’aveva rimproverata, accusandola di essere stata lei ad aver molestato il cane e per questo motivo avrebbe anche denunciato i genitori.
Erickson iniziò la terapia con Rebecca parlando con molta calma e spiegando in che modo avrebbe dovuto avvolgere la coperta intorno al corpo e come avrebbe dovuto poi svolgerla, riportandola al suo posto.
Giustificare le paure rende più forti e con una migliore opinione di se stessi
Da un punto di vista cognitivo, il suo intervento fu quello di giustificare le sue paure e tutti i sintomi ad esse associati, sottolineando in modo particolare come quanto si sentisse sorpreso dal fatto che i suoi sintomi non fossero molto più gravi, specialmente in riferimento alla tachicardia e alla diarrea che avrebbero potuto essere molto più intense.
Erickson, inoltre, si mostrò molto meravigliato dal fatto che anche gli svenimenti non fossero stati più duraturi e frequenti e questa, sottolineò a Rebecca, era la prova di quanto lei fosse una ragazza forte e sana, proprio perché aveva dimostrato di essere riuscita a controllarsi senza sentirsi molto peggio, cosa che avrebbe potuto benissimo essere possibile.
Questo contribuì in maniera determinante a dare alla bambina spaventata un’ottima opinione del suo corpo ma, soprattutto, del suo comportamento.
Rebecca, una volta sentitasi nuovamente una ragazza forte e sana e con la percezione della riaffermazione della bontà del suo corpo cominciò immediatamente a sviluppare una diversa e migliorata opinione di sé stessa, ricominciò a giocare e, ridendo divertita, volle far la conoscenza del cane di Erickson che, pur non essendo altro che un buffo ed inoffensivo bassotto, rappresentava comunque il fatto che Rebecca aveva superato il trauma che aveva sviluppato in lei la paura dei cani.
Dopo soli altri sei incontri non ebbe più bisogno di ulteriori interventi terapeutici
A questo punto, però, giunge spontanea la domanda relativa a come avvenga, in realtà, la guarigione e cosa fa sì che una persona ritorni ad un normale stato di salute, in quanto, mentre i trattamenti sono interventi che vengono dall’esterno, la guarigione è qualcosa che viene dall’interno e riguarda l’intero sistema del corpo.
In altre parole, la cura è l’attivazione di risorse interne durante il processo di guarigione e, infatti, l’approccio di Eriskson, ad esempio in questo caso, è consistito in una costellazione di procedure che vengono normalmente utilizzate con l’intento di comunicare al paziente l’idea che ha tutte le capacità possibili ed invariate come sempre di guarire e di rimanere sano.
Dentro ognuno di noi c’è una innata capacità di guarigione
In buona sostanza, si potrebbe dire che la salute è un processo attivo che deve nascere dall’interno e, anche se conosciamo tutti molto bene i consigli dei medici di mangiare sano e di praticare molto sport, in realtà, la salute è qualcosa di molto più grande che non è semplicemente la decisione di nutrire sé stessi e fare tanti esercizi per acquisire forza, perché, invece, ciò che conta principalmente è che ci deve essere la volontà di mantenersi sani sia fisicamente che, soprattutto, psicologicamente.
La salute è composta
- dalla ricerca di un lavoro che abbia un senso
- da una prontezza vigile di evitare pericoli e danni
- dalla creazione di una famiglia felice
Inoltre il concetto di salute include anche innumerevoli piccoli gesti quotidiani quali, ad esempio,
- parlare con amici
- occuparsi di piante e fiori
- trovare anche, perché no, il tempo per qualche momento di solitudine
Tutte queste attività derivano dalla volontà di impegnare le capacità del corpo e della mente, anche perché la salute dovrebbe, assolutamente, essere vista come un procedimento che dura tutta la vita, piuttosto che come un obiettivo finale della terapia.
Salute e cura richiedono impegno e sforzo continuo
Così come la salute è uno sforzo continuo, anche la cura lo è, infatti, quasi sempre, quando si interrompe la terapia allora anche la salute lentamente scivola via, ecco perché si può dire che la salute duratura richiede molto più tempo di quanto tempo non richieda, invece, un trattamento di successo.
Il punto essenziale da capire è che sono le capacità e le risorse del paziente che producono la cura sia biologica che psicologica e che, forse, la più importante distinzione tra guarigione e trattamento è che la prima non può essere operativa indipendentemente dalla seconda, infatti, mentre la prima, ovvero la guarigione, è un prodotto del corpo e della mente, insieme, il trattamento, invece, è un intervento messo in atto insieme ad un’altra persona.
In base a quanto detto, la domanda che tutti gli psicologi clinici dovrebbero rivolgersi, a proposito di ogni loro singolo paziente, è di che cosa, veramente, in realtà, questa persona ha bisogno al fine di poter trovare dentro di sé l’innata capacità di guarigione di cui tutti quanti noi siamo dotati, ma per promuovere in modo efficace questo procedimento è assolutamente indispensabile riuscire a far credere al paziente che sarà ben curato e che la guarigione avrà luogo, prima di tutto, all’interno di sé stesso.