La distorsione temporale allevia il dolore
Una signora che era stata tremendamente depressa negli ultimi sei mesi venne condotta da Erickson, in quanto, essendo moglie di un collega e non avendo trovato nessuno in grado di trattarla correttamente, era stata sedata con farmaci, anche perché nessuno era riuscito a spiegarsi se avrebbe potuto rivelarsi utile una terapia di supporto, piuttosto che una psicoanalisi.
La signora stava diventando sempre più depressa e suicidaria e, per questo motivo, per tutto il giorno doveva essere accudita da un’infermiera, limitando, così, notevolmente anche la carriera del marito medico.
La donna aveva 25 anni ed era molto intelligente, così che Erickson decise di parlare con lei del suo problema, che la signora descriveva, fra le lacrime, dicendo che non le piaceva per nulla sentirsi depressa per l’intero arco della giornata, come non le piacevano le sue idee suicide e che, al contrario, era motivatissima a stare bene, ma non sapeva come fare e mostrando una notevole quantità di ambivalenza emozionale.
Una volta entrata in confidenza con il terapeuta, la sintonia che Erickson seppe instaurare permise alla donna di parlare di alcune esperienze di odio, delusione e frustrazione e di una storia che le era restata particolarmente impressa, ovvero del fratello che aveva schiacciato la sua bambola favorita, uccidendola, secondo lei, provocandole moltissimo risentimento nei confronti del fratello maggiore, così continuò con il descrivere la rivalità con la sorella maggiore relativa a chi avrebbe conseguito i voti migliori, ed espresse, poi, molto risentimento verso diverse situazioni che la riguardavano personalmente.
Superare paure e ansie con la distorsione temporale
Erickson disse alla donna che le stava raccontando un sacco di cose private e molto personali e che tutte queste cose che stava raccontando praticamente ad un estraneo avrebbero potuto far sì che fossero lasciate libere nella sua mente a livello silenzioso, in modo tale avrebbe potuto, mentre era con lui, pensare alle cose che non avrebbe mai detto in pubblico, in quanto quelle erano le cose che avrebbe avuto voglia, in realtà, di dire a qualcuno che avrebbe potuto essere il suo terapeuta.
Il giorno successivo la signora chiamò l’infermiera per dirle di non aver più bisogno del suo aiuto in quanto non si sentiva più minimamente suicidaria.
Quindici anni dopo la signora contattò nuovamente Erickson per dirgli che era molto contenta di come era riuscita a superare le sue paure ed ansie e che ora si occupava serenamente dei suoi figli, mentre il marito era in servizio all’estero.
Sebbene l’uso, in questo caso, della distorsione temporale di Erickson potrebbe sembrare quasi magico, come se avesse creato una macchina del tempo, la tecnica, in realtà, può essere più facilmente compresa come una forma di intensa indagine motivazionale.
In quanto il sistema migliore per poter speculare su un evento del passato oppure di un lontano futuro è quello di chiudere gli occhi e perdersi nella reminiscenza o nella fantasia e questa è un’esperienza che gli amanti praticano da secoli, così come anche gli insegnanti sono maestri nell’applicazione della distorsione temporale.
Chi di noi può ricordare almeno un insegnante capace di trasformare quindici minuti in cinque ore quando, dopo pochi minuti, la testa avvertiva l’urgenza di cadere sulla scrivania e si cominciava a perdere contatto con ciò che ci circondava perché si era stati spinti indietro oppure avanti nel tempo.
In quello stesso stato d’animo, si può ricordare il divertimento provato durante il weekend o anticipare con desiderio la prossima vacanza estiva e, infatti, improvvisamente, il momento di immaginazione fortemente motivato potrebbe essere interrotto dall’essere rimproverati di sognare ad occhi aperti. E, forse, anche la tranquilla esperienza di leggere queste semplici frasi, porta momentaneamente indietro nel tempo, infatti la distorsione non è niente di nuovo e non è neppure una tecnica magica, pur comunicandoci questa sensazione.
Il terapeuta può fare un ottimo lavoro se riesce ad acconsentire che questo procedimento naturale abbia luogo anche se deve essere dotato della competenza più cruciale che è quella di saper selezionare l’esperienza e il tema di vitale interesse per il paziente.
L’applicazione della distorsione temporale
È stata introdotta in psicoterapia come mezzo per raggiungere alcune forme di riorientamento, in quanto è possibile, se necessario, riorientare una persona verso il proprio passato, verso il futuro, oppure in relazione al proprio corpo.
La distorsione temporale è una tecnica usata molto di frequente al fine di alleviare il dolore e, di nuovo, questa tecnica sembra appropriarsi di qualcosa di magico, se non cerchiamo di spiegarla nel contesto del riorientamento, infatti, molto più importante che insegnare ai pazienti ad essere meno focalizzati sul dolore e più sulla questione del tempo, è meno importante rispetto al riorientamento del dolore che può trasformare il senso di terrore e di impotenza in uno di correzione attiva.
Un importante punto da comprendere è perché sia così determinante che il paziente creda di poter fare qualcosa per il suo dolore e, a tal proposito, ad esempio, proviamo ad immaginare che un bambino, portato dal dottore per una puntura, avendo paura dell’ago, venga tenuto a forza da alcuni adulti mentre gli fanno l’iniezione.
A questo punto la sua esperienza del dolore sarà tremenda a causa delle componenti psicologiche della paura e del senso di impotenza, perché non potrà fare assolutamente nulla per il dolore incombente.
Mentre se consideriamo l’esperienza dello stesso bambino mentre sale su un albero che ferirà la sua pelle attraverso la sua corteccia ruvida provocandogli molto più dolore della puntura ma non la stessa sensazione di impotenza rispetto all’esperienza precedente, inerente l’iniezione, è facile capire come questi accadimenti quotidiani ci ricordino che lo stimolo del dolore non è importante quanto l’orientamento che noi ci siamo costruiti nei confronti dello stesso.