La donna che fumava quattro pacchetti al giorno
Una donna si recò da Erickson al fine di riuscire a smettere di fumare attraverso l’ipnosi, sebbene le sue aspettative di successo fossero piuttosto basse, in quanto diversi colleghi di Erickson che avevano tentato di ipnotizzarla avevano miseramente fallito.
La donna si presentò infatti denunciando la sua scarsa fiducia, visti i precedenti fallimenti e dicendo ad Erickson che si era recata da lui per vedere anche il suo fallimento, cosa alla quale lui rispose: “Bene, liberiamoci subito della questione, così potremo dare, velocemente, come per scontato il mio fallimento, anche se, in realtà, io pensa che lei abbia soprattutto bisogno di curare il suo enfisema”.
Erickson aveva appreso immediatamente che la signora fumava almeno quattro pacchetti di sigarette al giorno, in quanto c’erano sigarette sparse in grande quantità per tutta la casa, inoltre aveva immediatamente diagnosticato il suo enfisema soltanto sentendola respirare, in quanto aveva sentito che la sua voce era stanca ed indebolita e che si sosteneva con forza ai braccioli della poltrona quando si doveva protendere per respirare.
Erickson soprattutto aveva capito dal comportamento di questa signora che non avrebbe rinunciato facilmente alle sigarette, anche se la donna non aveva capito che Erickson aveva finto di non essere in grado di ipnotizzarla, proprio per far sì che la paziente mettesse in relazione, nella sua mente, fallimento dell’ipnosi in relazione alla cura dell’enfisema.
Erickson aveva fatto volutamente un pessimo lavoro per quanto riguarda il tentativo di ipnotizzarla, ma aveva, invece, lavorato tantissimo al fine di convincere la signora che il suo tentativo di ipnotizzarla era assolutamente fallito, addirittura era arrivato a dirle: “Ora che sappiamo che non posso ipnotizzarti e che abbiamo risolto la questione, affrontiamo il tema del fumo e discutiamo sulle ragioni per cui lo fai”.
Erikson puntualizzò che voleva che lei fosse molto attenta a quanto lui spiegava, infatti questa discussione si protrasse per più di due ore senza ottenere grandi soluzioni, anche se il suo obiettivo principale era, in realtà, stato soddisfatto, in quanto lui voleva trasmettere il concetto secondo il quale è pura follia fumare più di quattro pacchetti di sigarette al giorno con un enfisema e che lui, nonostante lei venisse da un paese piuttosto lontano, non avrebbe fatto terapia per più di una settimana.
Ad un certo punto della seduta, Erickson, quando fu chiaro che la signora non proteggeva la sua salute, chiese il perché lei stesse cercando deliberatamente di uccidersi con le sigarette e quale fosse l’ansia che la poteva spronare ad agire in questo modo.
Questa domanda evocò un ricordo molto doloroso, perché la paziente pensava fosse giusto uccidersi in quanto si riteneva colpevole della morte del padre.
Suo padre, da giovane, aveva avuto un piccolo collasso ed era, per questo, curato in casa e lei, bambina, sedeva fiduciosamente vicino al suo letto e pensava che fino a quando non avesse smesso di guardarlo, lui non sarebbe morto.
Ma, ad un certo punto, la sua attenzione si distolse, indipendentemente dalla sua volontà e, quando lei nuovamente guardò suo padre, si accorse che era morto.
Terapia orientata all’insight
Dopo aver ascoltato questa storia, Erickson chiese, semplicemente, quale sarebbe il motivo per il quale non si dovrebbe acconsentire ad una bambina piccola di avere la comprensione della situazione secondo quello che può comprendere, effettivamente, una bambina piccola.
Nel giro di una settimana, la donna aveva diminuito le sigarette a quattro al giorno e, tornata a casa per il giorno del ringraziamento, ovvero l’ultimo giovedì di Novembre, tornata da lui un mese dopo, nel mese di Dicembre, rimase in terapia per un’altra settimana.
Ma dopo la seconda visita era ormai giunta a quattro tiri al giorno. La tecnica di una terapia orientata all’insight, ovvero alla percezione ed alla consapevolezza dei nostri sentimenti, è stata tradizionalmente associata alla psicoanalisi.
L’insight, in tal senso, nascerebbe da un processo di autocritica che consentirebbe al paziente il superamento dei conflitti interni.
Con gli insight si migliora la vita del paziente cambiando le situazioni
L’utilizzo dell’insight da parte di Erickson, diversamente dall’approccio autocritico della psicoanalisi, gira attorno al tema centrale dell’autoapprezzamento, infatti, nel caso in questione, Erickson ha aiutato la paziente a raggiungere l’insight sulla vera causa della morte del padre e con ciò l’ha riorientata verso la vera natura della sua identità, ovvero lei non vide più sé stessa come l’assassina del padre o come un fallimento, ma piuttosto, com’è giusto che sia, come una bambina spaventata.