La natura della depressione: da dove deriva e perché si sta meglio la sera?
Essere depressi è molto diverso dal sentirsi infelici, infatti quando siamo infelici è possibile trovarne la causa nella nostra vita, oppure in quella di chi ci sta vicino, ma poi, a poco a poco, impariamo a dare meno peso alla nostra tristezza, ci consoliamo e torniamo ad una vita normale, anche se non priva di dolori e non ancora del tutto felice, non è così, invece, per la depressione.
Il malato non riesce ad accettare i suoi sentimenti tristi, perciò li cancella, non provando, più, così, alcuna emozione e, nello stesso modo, cancella anche i sentimenti positivi attraverso i quali potrebbe bilanciare il suo stato d’animo, perciò, in questo senso, diventa quasi impossibile riuscire a confortarlo.
E’ molto triste pensare che tanta gente trascorre interi anni in una semi-inerzia emotiva, senza rendersi conto di soffrire di una malattia curabile, eppure se ci sentiamo un dito intorpidito e non riusciamo ad usarlo, corriamo subito dal medico.
Per scoprirne la causa, dunque, nella stessa misura, sarebbe giusto intervenire nei confronti dei nostri sentimenti intorpiditi, perché la depressione è spesso molto subdola ed assale pian piano, anestetizzando, progressivamente i nostri sentimenti, fino al punto in cui non ci accorgiamo nemmeno più che non riusciamo a provare emozioni e stiamo accettando, di conseguenza, una vita normale e grigia.
Mi spiegava una giovane donna che vivere depressi è come abitare in una stanza che ha bisogno di essere rinfrescata, ma non te ne accorgi e quindi non puoi farci nulla, sai solo che ti senti triste e come smarrito.
Infatti, quando la donna si accorse che soffriva di depressione, disse che era come se potesse vedere le crepe sui muri, si sentiva ottimista, capiva perché aveva vissuto in quella stanza grigia e le sorgeva ora il problema di cercare di renderla più bella, domandandosi come avrebbe dipinto le pareti e, se mai, avrebbe trovato i colori giusti: il risveglio dei sentimenti può essere doloroso e, all’inizio, causare, addirittura, ansia ed agitazione.
Tutto questo può spaventare, ma è anche molto eccitante, perché riemergono i sentimenti positivi e questo è l’inizio della guarigione.
Un altro ragazzo, mi diceva che si sentiva come se avesse subito un intervento chirurgico e se fosse rimasto, per anni, sotto anestesia, e che quando aveva cominciato ad uscire dalla depressione aveva provato delle fitte alla ferita ed ora che si sentiva abbastanza sveglio era in grado di credere a chi gli aveva detto, tempo prima, che le ferite sarebbero guarite e lui sarebbe tornato sé stesso, come era sempre stato.
Il depresso non è solo una persona triste, ma è anche sfiduciato, con poca stima di sé stesso ed è pervaso da continui sensi di colpa, dall’incapacità di esprimere un’adeguata aggressività per affermarsi, è schiacciato dal bisogno di autopunirsi e di autodistruggersi, è sempre pessimista.
Perché con la depressione si sta meglio la sera?
Il depresso concepisce mai il futuro come possibilità, ma come un eterno presente dove l’inutilità del vivere è, per lui, costante. Gli sembra che il tempo non scorra mai, per questo, in genere, è chiuso in sé stesso e nella sua immobilità.
Di solito è una persona rigida, assolutista, intollerante soprattutto con sé stessa, tanto da non riuscire a dimenticare alcun errore del suo passato.
Il depresso è colui che si è identificato con la morte e si sente morto, dorme con molta difficoltà e quando si sveglia al mattino è sempre angosciato.
La giornata gli si presenta come insormontabile, infatti si sente meglio solo verso sera, quando il sole tramonta, l’angoscia si placa.
E’ però molto importante riuscire a lasciarci incoraggiare dai sentimenti altrui, che cercano di farlo magari semplicemente ed attraverso banali esortazioni, ma non si deve sentirsi e lasciarsi soli, perché la soglia critica non è stata superata ed è quindi sicuro che ce la possiamo fare, che si può guarire e che se ci riescono gli altri, sicuramente ce la faremo anche noi.