Paura degli spazi aperti: cos’è e come superare l'agorafobia
La paura degli spazi aperti, o agorafobia, è un disturbo dell’ansia molto diffuso, che influenza il l’1.7 % della popolazione mondiale adulta. Nel corso della pratica ho notato come le persone affette dalla fobia degli spazi aperti spesso nascondano il loro malessere e vivano in situazioni molto limitanti.
Il mio obiettivo è quello di portarle, gradualmente, a superare le loro paure; ho quindi deciso di offrire il servizio di psicoterapia online, affinché il primo contatto e le fasi iniziali della terapia vengano svolte in un ambiente confortevole per la persona.
Agorafobia: paura di spazi aperti, chiusi, vuoti o affollati
Spazi aperti, chiusi, vuoti o affollati, ma sempre lo stesso disturbo e cioè quello che la letteratura clinica definisce con il termine di agorafobia, la più complessa e difficile da trattare di tutte le fobie, tant’è che viene definita anche patofobia, ovvero aver paura di aver paura, in quanto può rendere totalmente invalide persone peraltro completamente normali fino al punto dal bloccarle del tutto in casa.
Secondo recenti studi epidemiologici, l’agorafobia, insieme alla claustrofobia, che sono due diversi disturbi che fanno comunque parte della stessa sindrome, colpirebbe in forme più o meno gravi, il due per cento della popolazione e di questo due per cento più del settanta per cento sarebbe costituito da persone di sesso femminile.
Si tratta di un disturbo piuttosto frequente, anche se quasi sempre inconfessato.
Alcuni fobici riescono, attraverso opportune strategie o “furbizie”, a mantenere il disturbo entro certi limiti accettabili in quanto è sufficiente, ad esempio, non viaggiare in treno piuttosto che in auto, oppure non uscire di casa da soli ma in compagnia, rinunciare alle passeggiate in campagna, scendere le scale a piedi piuttosto che in ascensore, per altri pazienti il disturbo assume proporzioni ben più vaste con il passare dei mesi e degli anni e ciò accade soprattutto per le interpretazioni che le persone attribuiscono al loro disturbo e per l’ansia anticipatoria che li assale ogni qual volta rivedono o immaginano gli stessi luoghi in cui hanno sofferto di un attacco di panico.
Un paziente sofferente di ansia, disturbi da attacchi di panico o fobie può arrivare al punto che qualsiasi evento che implichi un allontanamento da casa, oppure, in generale, da uno spazio rassicurante, produca ansia anche con vari giorni di anticipo, in quanto il soggetto fobico si prefigura già largamente in anticipo la propria incapacità nel controllare queste emozioni.
Infatti gli attacchi di panico di cui soffre l’agorafobia causano una sofferenza molto intensa, in quanto il paziente cade improvvisamente in uno stato di terrore con nausee, palpitazioni cardiache, tremito, sensazioni di soffocamento, dolori precordiali ed altre sensazioni spiacevoli.
Inoltre il ricordo di queste sensazioni rimane anche quando l’attacco è passato ed il paziente si sente del tutto impotente e patente il ripresentarsi di un nuovo attacco.
In molti casi il primo attacco si manifesta dopo una esperienza traumatica, un insuccesso, una separazione, oppure dopo un lungo periodo di esposizione a fattori che ingenerano stress.
Sono tutti eventi che, in qualche modo, insidiano la sicurezza individuale, e nella maggior parte dei casi, il primo attacco si verifica fra i diciotto e i trentuno anni.
Soltanto nel tredici per cento dei casi l’insorgenza è successiva ai quarant’anni, età che per quasi tutte le persone coincide con gli anni della separazione dalla famiglia, delle scelte fondamentali, dei primi confronti con un ambiente meno protettivo, più competitivo e variabile di quello familiare.
Alcune persone sono più facilmente soggette agli effetti di di queste esperienze negative e, infatti, di recente un’equipe di ricercatori ha scoperto che alcuni individui sono più predisposti di altri ad attacchi di panico ed ansia e in queste persone si verificano alterazioni della circolazione e del metabolismo cerebrale.
Sempre la stessa equipe ha evidenziato come le terapie più efficaci per debellare le fobie sono quelle che “espongono“ il paziente alla propria paura, ovviamente in modo graduale e sotto la supervisione di una guida esperta, strategie tipiche della terapia cognitivo-comportamentale, in quanto in questo modo si impara ad evitarla, sostituendo i propri pensieri fobici con anticipazioni e risposte più razionali.
Questi studi hanno poi messo in evidenza anche quanto questo tipo di psicoterapia possa essere utile anche in moltissimi altri casi di fobie semplici, quali, appunto, la paura del buio, dei serpenti e dei volatili in genere.
Paura degli spazi aperti: i sintomi
I soggetti che soffrono della paura degli spazi aperti trovano particolarmente spaventosi i luoghi dove si raccolgono grandi numeri di persone; temono di lasciare la propria abitazione da soli, di andare in parcheggi e supermercati e rifiutano di usare mezzi pubblici. Se forzati ad affrontare la loro paura, chiedono a tutti i costi di essere accompagnati.
Per una corretta diagnosi, è importante evidenziare che gli agorafobici provano paura e ansia in modo sproporzionato rispetto al pericolo reale.
Come superare l'agorafobia in breve tempo
Per il trattamento della paura degli spazi aperti, gli specialisti consigliano caldamente la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). È un percorso di breve durata che pone il focus sull’acquisizione, da parte del paziente, di specifiche capacità per tollerare l’ansia, affrontare le proprie paure e ritornare gradualmente a svolgere le attività evitate.
L’obiettivo non è tanto eliminare gli attacchi di panico quanto aiutare il paziente ad averne meno paura; quando una persona è meno spaventata, ha meno probabilità di esperirli ed è più consapevole delle proprie risorse.
Paura degli spazi aperti e Coronavirus-19
A chi prova paura degli spazi aperti, le restrizioni per evitare la diffusione del Coronavirus-19 potrebbero aver causato una regressione.
Il timore di trovarsi all’aperto o in spazi pubblici è ritornato, ma è importante capire se l’ansia derivi dalla paura di un contagio o dalla sensazione di non poter scappare da un luogo.
D’altra parte, quando le regole saranno allentate, alcune persone potrebbero cominciare a soffrire di fobia degli spazi aperti, in quanto segnate dalla paura dell’infezione e dall’isolamento prolungato.
Paura degli spazi aperti e la psicoterapia online
A concludere questo articolo sulla paura degli spazi aperti, in cui abbiamo descritto i sintomi e le possibili soluzioni a questo disordine dell’ansia, vogliamo sottolineare l’importanza di parlare del proprio disagio, chiedendo aiuto a un esperto che abbia piena comprensione delle necessità del paziente.
La psicoterapia online è un valido mezzo per conoscere lo psicologo e cominciare il percorso terapeutico nel comfort di spazi protetti.
Fonti:
- https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/agoraphobia/diagnosis-treatment/
- https://www.psychiatryadvisor.com/home/topics/anxiety/agoraphobia-an-evolving-understanding-of-definitions-and-treatment/
- https://reliantmedicalgroup.org/blog/2020/09/28/agoraphobia-could-be-a-hidden-danger-of-covid-19-pandemic/
- https://health.clevelandclinic.org/how-to-tell-the-difference-between-agoraphobia-and-coronavirus-anxiety/