Quante sedute sono necessarie per affrontare la depressione?
La terapia cognitivo-comportamentale è una terapia ideata da Aaron T. Beck. Sono molto famosi e tuttora attuali i suoi studi sulla depressione, in quanto lo psicologo tenta di risolvere i disturbi emotivi, correggendo le interpretazioni della realtà, nonché i ragionamenti eventualmente distorsivi oppure errati del paziente.
Curare la depressione reinterpretando la realtà
L’intervento terapeutico è diretto alla soluzione di problemi, piuttosto che al cambiamento delle caratteristiche personali oppure degli eventuali difetti del paziente.
Terapeuta e paziente devono discutere per poi raggiungere un accordo sul tipo di problema da affrontare, sulla meta e gli obiettivi da raggiungere in terapia, sui metodi per il raggiungimento di questa meta e sul tempo che sarà, orientativamente, necessario per la realizzazione dell’intero programma terapeutico.
Il lavoro da affrontare da psicologo e paziente non è semplice. Il processo che porta alla riduzione dei problemi comprende
- l’identificazione ed il raggruppamento di tutti quei problemi che potrebbero essere attribuibili a cause molto simili fra loro
(4-6 sedute) - lo spostamento dell’attenzione sulle componenti chiave dei disturbi
(3-5 sedute) - l’identificazione del primo anello della catena da cui hanno origine i sintomi e da cui prenderà avvio il trattamento
(8-9 sedute) - La partecipazione attiva del paziente al processo di “problem solving” (abilità nella soluzione dei problemi) gli permetterà di apprendere le modalità attraverso cui interpretare le esperienze, controllare le azioni e risolvere i suoi problemi.
(10-12 sedute)
La terapia cognitiva nasce dalle ricerche di Aaron T. Beck sugli studi della depressione e parte dal presupposto che il modo di pensare di una persona determina il modo in cui sente e si comporta, inoltre, in accordo con i principi dell’apprendimento sociale, Beck collega l’organizzazione dei processi cognitivi a quella dei fattori biologici e sociali ed all’influenza dei modelli di apprendimento sviluppati nel passato.
L’essere umano è visto come una creatura cognitiva complessa, la cui personalità è modellata dall’apprendimento di valori e di percezioni che strutturano la visione unica di sé, degli altri e del mondo.
I valori e le percezioni che costituiscono la personalità sono organizzati in schemi cognitivi, che sovrintendono ai processi di codificazione, categorizzazione e valutazione delle regole di vita.
Da cosa dipende il numero di sedute necessarie?
Le regole vengono apprese attraverso le esperienze personali ed attraverso l’osservazione del comportamento degli altri e sono utilizzate automaticamente ed inconsapevolmente, pur se, tuttavia, le regole interpretative della realtà spesso derivano da premesse errate che danno luogo a schemi disfunzionali di pensiero.
Infatti, le “distorsioni cognitive” si manifestano nel disinteresse per alcuni aspetti molto importanti di una situazione, nella generalizzazione di singoli eventi di fallimento e nel pensiero eccessivamente rigido e semplificato che Beck definisce “primitivo” e cioè monodimensionale, assoluto, moralista ed irreversibile.
La terapia cognitivo-comportamentale, oltre agli stati di depressione non psicotica, è stata utilizzata con successo
- per la terapia di stati fobici ed ansiosi
- per forme di dipendenza dall’alcool, dalla droga e dal cibo
Questa terapia agisce principalmente sulle caratteristiche disfunzionali del pensiero le quali formano quella che Beck chiama la “triade cognitiva” e dalla quale ha origine la depressione, ovvero, una visione negativa di sé, delle esperienze in corso e del futuro.
Le esperienze passate, le premesse e le informazioni sul mondo vengono organizzate e classificate all’interno di uno schema cognitivo-depressivo caratterizzato da sentimenti di auto-critica e di auto svalutazione, perché la “triade cognitiva” produce i pensieri automatici negativi che rinforzano la depressione e, all’interno di questo ciclo di autorinforzo, lo schema depressivo continua fino a che non vengono identificati e corretti i pensieri automatici negativi, non a caso la prima meta della terapia cognitivo-comportamentale è la modificazione cognitiva e comportamentale.