Come rapportarsi e aiutare chi soffre di anoressia
Non è affatto semplice vedere qualcuno a noi caro auto-distruggersi a causa di un disturbo alimentare. Da esterni, la soluzione ci può apparire semplice, ma chi la vive da dentro sa benissimo che così semplice non è.
Vedere una persona a cui teniamo soffrire di anoressia e autodistruggersi nel seguire diete ristrettissime, contare ogni singola caloria, vomitare dopo aver mangiato, dire “sono enorme” nonostante di volto e corpo si vedano solo le ossa, è estremamente difficile.
La prima reazione, soprattutto da parte di un genitore, generalmente è quella di forzare il soggetto in questione a mangiare di più, controllare ogni sua singola mossa dopo i pasti, ma questo purtroppo, se non si è terapeuti esperti, non sempre da frutti positivi, anzi.
Cosa succede nella testa di chi soffre di anoressia?
Bisogna innanzitutto capire che l’anoressia, come tutti i disturbi di carattere alimentare, è una patologia che affligge la mente, e come tutte le patologie, richiede una vera e propria cura. Essere anoressici significa affamarsi per il terrore di vedersi grassi, non importa quanto magro il soggetto possa essere, si vedrà sempre “troppo grosso”.
Chi soffre di anoressia vive una lotta interiore fatta di traumi o problemi emozionali che comportano un’auto-critica degenerativa legata al peso, al cibo e all’immagine del proprio corpo, ed è proprio questo che si alimenta quello che risulta essere un comportamento totalmente auto-distruttivo.
Le 5 cose da evitare con chi soffre di anoressia?
Ci sono dei comportamenti assolutamente da evitare poiché potrebbero aggravare la situazione e far si che chi soffre di anoressia si chiuda ancor di più in sé stesso rendendo molto difficile la possibilità di essere di aiuto.
Criticare
Esponi le tue preoccupazioni senza però porre giudizi, facendo capire a chi vuoi bene quanto tu sia preoccupato per il suo stato di salute, e offrendo aiuto senza forzature.
Costringerlo a mangiare
Per chi è anoressico il cibo diventa un’ossessione, una fobia, e l’indurlo forzatamente ad assumere una quantità di cibo che lui o lei rifiutano, comporterà solo una spinta ulteriore verso altri metodi deleteri per eliminare lo stesso cibo dal proprio corpo a tua (verosimilmente a tua insaputa).
Perdere la pazienza
È facile perdere la pazienza con chi sembra non volerci ascoltare, ma l’aggressività di fronte ad una persona anoressica ed emotivamente traumatizzata non aiuta. Conta fino a cento se necessario e ricordati che hai davanti a te una persona fragile.
Utilizzare toni accusatori
Non utilizzare frasi quali “Tu devi mangiare” oppure “Ti stai maltrattando senza motivo”, utilizza piuttosto frasi come “Mi spaventa quando ti chiudi in bagno”, “Mi è difficile stare a guardare mentre ti fai del male”.
Evita i consigli “sbrigativi”
Quando si ha a che fare con una persona anoressica, non è sufficiente dirle di mangiare o di smettere di farsi del male, minimizzando il problema. Ricordati quanto è profonda ed insita la sofferenza di chi soffre di disturbi alimentari.
L’approccio corretto all’anoressia e le possibili cure
Se qualcuno a te caro soffre di anoressia o di un qualsiasi disturbo alimentare, la cosa giusta da fare è mostrare comprensione, ascolto ed incoraggiarlo ad intraprendere un percorso di psicoterapia con un professionista.
Se la situazione sarà grave, sarà poi compito dello psicologo consigliare una clinica specializzata dove la persona anoressica potrà essere seguita nel migliore dei modi. Si può guarire, ma ci vuole tempo.
Ricordi quando al mare da bambino scavavi fino a trovare l’acqua, e più lontano eri dalla riva più era necessario scavare? Bene, se hai a che fare con una persona che soffre di anoressia, immagina di essere molto lontano dalla riva.
È complesso riuscire a contenere o addirittura evitare certi atteggiamenti quando la persona che si sta autodistruggendo è qualcuno a noi caro. Con l’aiuto di uno psicoterapeuta competente che ci indichi la corretta via da percorrere, la strada sarà meno tortuosa.
Contattami per una consulenza online o di persona!