Relazione terapeutica positiva tra psicologo e paziente
La dimensione del successo del trattamento somministrato in un procedimento psicoterapeutico è anche funzione della correlazione fra l’opinione del paziente e il grado di empatia, di considerazione, di accettazione e di autenticità del terapeuta.
I pazienti attribuiscono molta importanza a queste caratteristiche, molto più che alle tecniche utilizzate.
Non a caso, diversi studi evidenziano come, in quasi tutti gli interventi psicoterapeutici che si sono conclusi con esito favorevole, hanno avuto come caratteristica essenziale la percezione da parte del paziente di alcune doti del terapeuta, avvertite come particolarmente benefiche, quali
- la personalità
- l’aiuto dato per la comprensione dei loro problemi
- l’incoraggiamento ad affrontare gradualmente i loro disturbi
- il poter parlare con una persona che capisce
- l’aiuto dato per la comprensione di sé stessi.
Questa dimensione è indicativa del concetto secondo il quale quanto più il cliente vede il terapeuta impegnato nella relazione e attento alle sue particolari condizioni, tanto più gli effetti della terapia divengono efficaci e positivi.
La percezione che il paziente ha del terapeuta è determinante per l’esito della terapia
Infatti la percezione che il paziente ha del terapeuta può rivelarsi determinante ai fini del buon esito della terapia se il terapeuta viene percepito come interessato al suo benessere, come competente ed affidabile.
Queste caratteristiche svilupperanno una relazione terapeutica positiva che produrrà sicuramente dei benefici, al di là di quello che sarà stato il tipo di trattamento utilizzato.
In tutte le terapie è attivo un processo generalizzato di identificazione attraverso il quale il paziente prende dal terapeuta quelle dimensioni che ammira maggiormente, quindi l’immagine di un terapeuta genuino, piacevole, sicuro, attraente ed avvicinabile può rivelarsi un potente mezzo di autorealizzazione per il paziente.
Indipendentemente dall’orientamento seguito, un terapeuta che abbia raggiunto un buon grado di sviluppo personale, costituisce un modello attraverso il quale il paziente può raggiungere un grado molto più elevato di autocomprensione.
Altre caratteristiche del terapeuta che possono influenzare positivamente l’esito della terapia sono date dalla credibilità del terapeuta che, quindi, attraverso, appunto, la sua credibilità, aumenterà la fiducia nel paziente che sarà ancor più attratto e, proprio attraverso i meccanismi dell’ attrazione interpersonale avrà maggiori possibilità di motivare il paziente alla terapia
La credibilità e l’autorevolezza di un terapeuta percepito come colto, educato, disponibile, esperto, competente ed addestrato, influenzano il processo terapeutico per tutta la sua durata.
Lo psicoterapeuta dovrebbe, inoltre, essere anche autentico ed aperto, evitando sempre, molto accuratamente, di dare risposte false ed assumere atteggiamenti stereotipati, anche perché il terapeuta non svolge semplicemente la funzione di specchio o di schermo bianco, ma è, soprattutto, una persona, una persona coinvolta nella relazione che interagisce con un’altra persona, ovvero il proprio paziente
Per questo motivo, essere autentici, aperti, spontanei, non vuol dire esternare sempre i propri sentimenti, ma farlo in modo reale e sincero quando è necessario, evitando, comunque, sempre, di assumere una posizione difensiva e di distacco.
Allo stesso modo, il terapeuta non deve neppure manifestare un eccesso di apertura e di confidenzialità, in quanto il paziente potrebbe essere confuso da questi atteggiamenti, percependoli come un’invasione dei suoi confini o, peggio ancora, come una mancanza di attenzione per i suoi bisogni e le sue difficoltà, scambiandoli, così, come particolarmente minacciosi.
Tutto quello che il terapeuta dice deve essere vero e assolutamente verificabile ma, come suggerisce il buon senso, non è utile che dica tutto quello che pensa, soprattutto perché, in tal senso, potrebbe ferire o, peggio ancora, spaventare il paziente, facendosi percepire come privo di tatto e comunicando, così, atteggiamenti interpretabili come minacciosi e volgari, perché da parte del terapeuta dovrebbe esserci, sempre, grande apertura e assoluta onestà e assenza di inganno o doppi fini, caratteristiche che, comunque, in qualsiasi caso, dovrebbero essere presenti in tutte le relazioni umane, perché il paziente porta sempre in terapia sofferenza e voglia di cambiare, che costituiscono un potenziale di crescita che il terapeuta deve favorire, evitando un certo tipo di comunicazione e degli atteggiamenti che potrebbero condurre all’interruzione della terapia.
Anche il “saper ascoltare” da parte del terapeuta è connesso al grado di empatia presente nella sua relazione con il paziente.
L’empatia comprende sia l’abilità del terapeuta di percepire in modo accurato il mondo del cliente così come lui lo stesso lo vede, sia la possibilità di rimandargli le percezioni ricevute e, seppur tuttavia, a volte, le differenze di sesso, razza, età, religione, classe sociale, educazione, cultura, possono ostacolare la creazione di un rapporto di comprensione empatica, uno psicoterapeuta avrà tante maggiori possibilità di raggiungere una comprensione profonda del paziente, quanto più ampio e differenziato sarà il suo bagaglio di esperienze.
Il terapeuta deve essere capace di mettersi nei panni del paziente
La capacità del terapeuta di mettersi nei panni dell’altro e di condividerne emotivamente l’esperienza è il primo passo per stabilire una relazione terapeutica efficace, in quanto, pur se estremamente competenti dal punto di vista tecnico, sarà piuttosto improbabile che terapeuti privi delle qualità personali ed interpersonali sopra citate, possano stabilire una relazione calda ed accogliente con la maggior parte dei pazienti, e portare avanti, così, con successo il processo terapeutico.