Cos'è la schizofrenia?
Molte volte, presso il mio studio di Casale Monferrato, nell’esercizio della mia professione, in qualità di psicologo, specialista in psicologia e psicoterapia, mi è successo che si siano rivolte a me delle persone per richiedere una consulenza nell’ambito di disturbi psicologici che, in realtà, esaminata la sintomatologia, non erano esattamente psicologici, ma di tipo borderline.
Borderline significa al limite e, in questo caso, il confine era con il disturbo psichiatrico, ovvero il disturbo psicotico che si differenzia da quello psicologico, in quanto deve essere curato da uno specialista in psichiatria o neurologia e non da uno psicologo.
Tra le nevrosi, di competenza dello psicologo, troviamo elencati i disturbi d’ansia, da attacchi di panico e certi tipi di depressione, come, ad esempio, quella bipolare.
Nelle psicosi, invece, rientrano, ad esempio, la schizofrenia, i disturbi della personalità, il disturbo psicotico breve, il disturbo delirante, il disturbo schizofreniforme e il disturbo schizoaffettivo.
Le persone che soffrono di nevrosi quali l’ansia e il panico sono, in genere, molto preoccupate in quanto avvertono, nella maggior parte dei casi, una serie di sintomi quali tensione muscolare, agitazione, tachicardia, dispnea (fame d’aria), oppressione al torace che, somatizzati al corpo, sembrerebbero, apparentemente, incurabili ma, in realtà, l’unica difficoltà consiste nello spiegare che, riacquisto l’autocontrollo, i disturbi se ne andranno e che resisteranno solo nella misura in cui si è spaventati.
In questi casi è semplicemente una questione di paura, invece i disturbi psicotici comportano una compromissione della percezione della realtà e sono caratterizzati da allucinazioni, ovvero cose che non esistono realmente in quel momento, da deliri, ovvero da esperienze irreali e da gravi difficoltà nel pensare chiaramente e da perdita della lucidità.
In questi casi il paziente perde facilmente il filo del discorso, così come fa fatica a ricordare quanto si sta dicendo in quel momento.
La difficoltà fondamentale di queste situazioni che ho avuto modo di osservare è che nei disturbi psicotici, differentemente che in quelli nevrotici, è molto difficile comunicare alle persone la gravità di questa sintomatologia, gravità che consiste, soprattutto, nell’impossibilità di tornare a vivere una vita normale e di proporre cure che rappresentino ciò che le persone si attendono, ovvero la guarigione, la quale, se intesa come ritorno alla normalità, è piuttosto improbabile.
Infatti questo tipo di psicopatologia che può avere una comparsa brusca, è caratterizzata da un cambiamento nei comportamenti che si può evolvere in mesi o anche in anni e che si manifesta attraverso la riduzione delle attività sociali e dei rapporti sociali stessi, attraverso problemi di memoria e del linguaggio, attraverso l’incapacità nel provare emozioni e, quindi, nella progettazione di una vita normale.
La schizofrenia
La schizofrenia, è forse il più conosciuto dei disturbi psicotici, anche se definita in modo generico, perché ne esistono di diverse gradualità.
E’ una patologia mentale che altera la capacità di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, modifica la percezione della realtà e il pensiero, impedisce di pensare in modo chiaro e di gestire le emozioni che risultano inappropriate.
Chi ne è affetto risulta completamente indifferente a tutto ciò che accade, perde contatto con la realtà e si isola in un suo mondo, in quanto è convinto che le situazioni caratterizzate da allucinazioni, in particolare modo quelle uditive, possiedano un significato speciale, soprattutto rivolte alla propria persona.
Se si considera che la caratteristica dei disturbi psicotici, dei quali la schizofrenia fA parte, è una severa alterazione dell’equilibrio psichico con la conseguente compromissione dell’esame di realtà, disturbi del pensiero ed allucinazioni, possiamo comprendere facilmente quanto grande possa essere l’importanza della diagnosi e del trattamento precoce ai fini di un risultato favorevole, soprattutto per quanto riguarda l’ottenimento di esiti positivi senza ricadute.
Terapia e intervento per la schizofrenia
L’intervento sulla schizofrenia prevede un’azione combinata fra farmacologica e riabilitativa, dove i farmaci antipsicotici svolgono un’azione volta alla riduzione, e a volte anche all’eliminazione dei disturbi del pensiero e delle allucinazioni.
Anche se questi farmaci non sono perfettamente efficaci contro l’apatia, il ritiro sociale e la riconquista della capacità dell’organizzazione del pensiero, sono, in genere, sufficienti per un notevole miglioramento della qualità della vita, soprattutto grazie ad un contenimento dei deficit cognitivi, per una rilevante diminuzione dei ricoveri ospedalieri e per il favorire nettamente l’impatto positivo rispetto ai programmi di riabilitazione.
Nei pazienti schizofrenici, infatti, le più recenti scoperte hanno evidenziato che i deficit neurocognitivi determinano in maniera più rilevante il grado di disabilità dei pazienti.
Per questo motivo assumono un aspetto molto più determinante la presenza, a livello comportamentale, di disfunzioni a carico dell’organizzazione del pensiero, del linguaggio, dell’attenzione e della memoria.
Pertanto la qualità della vita di molti pazienti affetti da schizofrenia potrebbe essere migliorata attraverso programmi di intervento che favoriscano il recupero dei deficit cognitivi e quindi il miglioramento delle abilità sociali.
Infatti i programmi di riabilitazione psicosociale prevedono, appunto, il miglioramento delle abilità di comunicazione, l’acquisizione della capacità della gestione dello stress derivante dai conflitti intrapersonali e sociali e l’aumento della capacità di organizzare e pianificare la propria vita, proprio attraverso la riabilitazione neurocognitiva dei deficit dell’attentività e della memoria.