Superare evitamenti e resistenze con la tecnica della ristrutturazione
La “ristrutturazione” è una tecnica che fornisce l’opportunità di reinterpretare eventi o situazioni esistenti ed è simile all’insight (intuizione) nel senso che produce un momento di ah! ah!
Infatti, quando usata in modo efficace, la “ristrutturazione“ produce un improvviso riorientamento che è seguito da un impatto emotivo, mentre, nel caso dell’insight, la differenza essenziale è che vi è un evento dimenticato che deve essere riesaminato da una prospettiva adulta, oppure anche un evento che deve ancora accadere nel futuro
Nel caso della “ristrutturazione” vi è solitamente un qualche tipo di interpretazione negativa che è stata associata ad una specifica situazione e che ha creato evitamenti o resistenze.
Come trovare nuovi modi di reagire a vecchi pensieri problematici
Se si riformula la situazione, si creano nuove associazioni e i vecchi pensieri problematici vengono associati a nuovi punti di riferimento, così, come risultato abbiamo che la nuova interpretazione fornisce nuovi modi di reagire che prima non erano disponibili.
Questo procedimento potrebbe essere descritto come una forma di ricondizionamento cognitivo secondo il quale gli stessi stimoli che prima erano associati a cognizioni negative, ora vengono separati e combinati con idee o pensieri più piacevoli che producono un riorientamento della situazione, ovvero, detto in altro modo, le circostanze rimangono le stesse, mentre viene, in qualche modo, alterato il significato dell’evento.
Se l’aspettativa di risolvere le difficoltà costituisce una motivazione molto forte, nello stesso modo la prospettiva del cambiamento può spaventare il paziente e ridurre nettamente il suo impegno nel lavoro terapeutico.
Molte persone possono scegliere la psicoterapia spinte da una forte motivazione, per poi accorgersi successivamente di non avere alcuna volontà di cambiare, e questa può essere una delle cause che provocano l’interruzione della psicoterapia, infatti un certo numero di pazienti preferisce convivere con la solita, rassicurante sofferenza psicologica, piuttosto che doversi avventurare nell’ignoto del procedimento terapeutico, infatti la paura di cambiare annulla nelle persone la volontà di farlo.
La speranza di riuscire ad alleviare i sintomi e di risolvere i problemi rappresenta una motivazione molto potente per iniziare e proseguire un percorso di cambiamento in terapia.
Ed è proprio per questo motivo che, quando i clienti vanno da un terapeuta che considerano competente ed esperto e dal quale si aspettano un giudizio sulla gravità del problema, la tecnica di “ristrutturazione“ più comune e più ampiamente usata è quella della “normalizzazione”, in quanto, siccome questi pazienti pongono esplicite domande del tipo “c’è speranza per me? “, la “normalizzazione“ avviene quando il terapeuta risponde con una frase del tipo, “conosco questo tipo di preoccupazione, anche perché uno dei miei clienti di maggiore successo lamentava una cosa analoga a quella che voi avete descritto“.
Quest’affermazione soddisfa, contemporaneamente, due situazioni, ovvero, per prima cosa fornisce la speranza che qualcosa possa essere fatta e, secondo, riformula l’iniziale disturbo con un comportamento che ha avuto risposte di successo durante una terapia, infatti la “ normalizzazione “ è un processo che consiste nel prendere uno stimolo che è stato allarmante e che quindi ha generato risposte negative e nell’assegnargli un nuovo significato positivo.
Il caso (risolto) della coppia che non riusciva a fare l’amore
A proposito della tecnica della “ristrutturazione“ uno dei casi molto noti è quello in cui uno degli studenti di Erickson gli si rivolse per un problema urgente, in quanto aveva sposato una bellissima donna, ma non riusciva ad avere un’erezione e a consumare il matrimonio, nonostante avesse provato incessantemente per due intere settimane e fosse stato sempre molto attivo sessualmente prima del matrimonio.
Al rientro da due settimane di deprimente luna di miele, sua moglie si era recata dall’avvocato per chiedere l’annullamento del matrimonio e l’uomo si era rivolto ad Erickson il quale gli chiese di vedere subito sua moglie insieme a lui.
Così, quando entrambi arrivarono, Erickson invitò la donna ad entrare nel suo studio e chiese al marito di aspettare nella sala d’attesa.
Dopo aver ascoltato la storia dalla prospettiva della moglie le chiese se avesse capito quale grande complimento le stesse facendo suo marito e, alla domanda di chiarimento da parte della donna, Erickson, dopo aver enfatizzato che lei era nuda durante il momento della sua impotenza, sottolineò che era evidente che suo marito aveva pensato che il suo corpo era talmente bello da essere stato sopraffatto dalla sua bellezza, cosa che lei non aveva capito, pensandolo impotente, ma lui era impotente perché sentiva la sua scarsa capacità di apprezzare la bellezza del suo corpo.
A questo punto Erickson congedò la donna, consigliandola di riflettere sulle considerazioni appena fatte, insieme con il marito che si trovava ancora in sala d’attesa e racconta che la giovane coppia mentre tornava a casa fece fatica a non fermare la macchina per poter far subito l’amore e questo fu l’unico intervento psicoterapeutico di cui la coppia ebbe bisogno.
Lo psicologo deve capire quando questa tecnica si può usare e quando no
Naturalmente, l’uso della “ristrutturazione” e della “normalizzazione” dovrebbe essere sempre ristretto solo e soltanto alle difficoltà che risultano nocive a causa dell’allarme associato, come nel caso in cui la persona reagisce in modo esagerato, in quanto sarebbe un errore grave cercare di normalizzare un problema non molto chiaro o che presenta una qualche patologia organica, quale i mal di testa insoliti, i dolori inspiegabili, piuttosto che gli improvvisi cambi di personalità.