Test diagnosi ansia e depressione, classificazione della personalità
Al fine di redigere una diagnosi corretta verso l’individuazione delle principali aree fonte di sofferenza sarebbe necessario, successivamente al primo colloquio psicologico clinico, procedere con l’esame psicodiagnostico individuale che comprende la somministrazione di test e prove psicodiagnostiche e l’eventuale raccolta di informazioni da fonti esterne.
Integrando poi l’esame psicodiagnostico con la valutazione neuropsicologica che include il profilo psicofisiologico che rileva lo stress e i disturbi correlati, insieme con alcuni disturbi determinati dalla disregolazione emozionale.
Minnesota Multiphasic Personaliti Inventory
I test ritenuti maggiormente efficaci dalla comunità scientifica per poter diagnosticare secondo i principi del D.S.M.-5 Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali sono l’M.M.P.I. , ovvero il Minnesota Multiphasic Personaliti Inventory , uno fra quelli maggiormente utilizzati in ambito clinico per indagare alcuni tratti della personalità e che è effettivamente stato realizzato per poter diagnosticare correttamente i problemi di personalità e i disturbi comportamentali.
L’MMPI , sviluppato presso l’Università del Minnesota intorno al 1939 è stato costruito per diagnosticare la psicopatologia e i disturbi e le diverse strutture della personalità, nella fattispecie individua le particolari problematiche presenti all’interno di un quadro clinico di ipocondria, di depressione, di isteria, di deviazione psicopatica, di paranoia, di psicastenia e di schizofrenia.
Mentre, per quanto concerne la valutazione della presenza nelle varie patologie di singoli sintomi, indaga su ansia, paure, depressione, ossessività, comportamenti antisociali, bassa autostima, disagio sociale e eccessive preoccupazioni per la salute.
Cognitive Behavioural Assessment
Un altro dei reattivi maggiormente considerato dalla comunità scientifica ai fini di una corretta diagnosi psicologica è il C.B.A., ovvero il Cognitive Behavioural Assessment e cioè una classificazione del comportamento cognitivo che, infatti, come dice la stessa definizione è lo strumento principale che viene utilizzato dagli psicologi cognitivo-comportamentali per diagnosticare che, nato intorno al 1981 per l’insoddisfazione relativa all’individuazione delle principali aree diagnostiche proprio dai proiettivi come l’MMPI, propone altre categorie diagnostiche.
Il cognitive behavioural assessment è un questionario composto da 152 item suddivisi in 4 schede che indagano ansia di stato e di tratto, la presenza di reazioni depressive, il tono dell’umore, la percezione di vita stressante, lo stato di benessere psicofisico, l’irritabilità, l’impazienza, il grado di introversione/estroversione e la stabilità emotiva.
Ma le prime schede valutano la storia personale e i problemi attuali presenti e sono delle vere e proprie cartelle autobiografiche che integrano il colloquio psicodiagnostico attraverso un’elaborazione attiva di una serie piuttosto vasta ed eterogenea di informazioni.
Middlesex Hospital Questionnaire
Un altro strumento che gode di grande considerazione oltre che di ampia notorietà è il Middlesex Hospital Questionnaire (M.H.Q.) che, ideato da Crown e Crisp nel 1966, è una scala di autovalutazione per la rapida quantificazione dei sintomi e dei tratti attinenti alle categorie diagnostiche convenzionali dei disturbi psiconevrotici.
Anche perchè l’ansia è ritenuta un fenomeno ubiquitario, ovvero non esclusivamente propria soltanto della sindrome da ansietà, perciò frequentemente diagnosticabile anche al di fuori degli specifici disturbi d’ansia quali, ad esempio, la depressione, piuttosto che a molti altri disturbi.
Vi è sempre stata una notevole confusione nella classificazione esatta di problemi ben specifici quali ansia e depressione, ed è proprio per questo che, ai fini della corretta diagnosi, sempre si incrociano i risultati con la somministrazione di più reattivi che, sovrapposti fra loro, hanno il compito di confermare oppure no la diagnosi emersa, infatti, fino al 1980 ca., gli strumenti per la valutazione di ansia e depressione non scorporavano le diverse sintomatologie, acconsentendo, così, che molte volte i due fenomeni fossero sovrapposti.
Clide Mood Scale
L’M.H.Q. è stato uno dei primi di questi strumenti, appositamente strutturati per l’enucleazione di scale per la valutazione dell’ansia, infatti indaga sei principali aree, ovvero l’ansia fobica, l’ansia in generale, i sintomi somatici e quelli ossessivi, i sintomi isterici e quelli depressivi.
Anche se questo proiettivo è sempre considerato molto valido, è stato poi integrato da numerosi altri che, sempre ai fini della corretta diagnosi, sono solo più semplici per la compilazione, quali, ad esempio, il CMS, (Clide Mood Scale), piuttosto che il POMS, scala composta da 65 aggettivi ai quali si deve dare una valutazione quantitativa e che misura l’intervallo fra tensione/ansia, depressione/abbattimento, ansia/ostilità, energia, fatica, confusione.
In conclusione è necessario precisare, però, che la diagnosi in psicologia viene supportata da molti test e proiettivi che verranno identificati di volta in volta a seconda del disturbo lamentato, ma sempre è di fondamentale importanza l’intervento del clinico che, attraverso la sua personale esperienza, saprà capire quali informazioni devono essere conosciute subito, quali possono essere tralasciate e quali sono importanti da essere recuperate e secondo quali tempi.
Infatti in ogni colloquio lo psicologo ha il compito di sviluppare dei punti rispettando dei principi di base e al termine di ogni colloquio l’obiettivo principale è quello della costruzione di un quadro generale mediante l’approfondimento della conoscenza di molte informazioni, oltre che della costruzione di un rapporto di fiducia.